L’inchiostro, nella stampa digitale, è un componente fondamentale. Mentre l’hardware, la stampante, ci dice come stampare (e per questo ve ne sono tanti tipi, a rotolo, da scrivania, flatbed), l’inchiostro definisce dove stampare. La combinazione delle due componenti crea una gamma di soluzioni molto ampia e adatta a ogni esigenza di stampa.
Negli ultimi 20-30 anni, l'hardware delle stampanti è progredito in maniera molto rapida, e la tecnologia dell'inchiostro gli è stata dietro, appunto perché vi è un rapporto imprescindibile tra le due componenti.
Da come eiettare l’inchiostro dalla testina al materiale in maniere precisa e controllata, alla velocità e forma con cui viene steso al supporto, alla compatibilità con le numerose superfici dei materiali su cui può essere stampato, alla gamma colore che è possibile ottenere e alla velocità di asciugatura prima di ulteriori lavorazioni, le innovazioni nell'ambito degli inchiostri hanno creato molte opportunità di sviluppo di nuove soluzioni che si sono riflesse poi sulla capacità degli stampatori di fare nuovi business.
In questo articolo, esamineremo le caratteristiche di una delle tecnologie di inchiostro forse meno conosciuta ma non per questo meno importante, quella dell’inchiostro a resina.
Una breve introduzione agli inchiostri
Sebbene l'hardware della stampante sia un elemento essenziale per offrire la qualità che ci si attende da uno stampato (si pensi al trascinamento, alla risoluzione, alla stabilità e durata dei componenti meccanici ed elettronici), è utile essere consapevoli delle caratteristiche degli inchiostri e come impattano sulla produzione delle applicazioni grafiche.
Storicamente, possiamo raggruppare gl'inchiostri in tre grandi gruppi:
- Base acqua – L’inchiostro a base d'acqua è facilmente gestibile dalla stampante, essendo meno viscoso, ed è ideale per applicazioni destinate a essere viste da vicino, grazie alla sua alta resa di stampa e alla sua eccellente precisione cromatica. Di solito ha due tipologie: con coloranti (chiamato anche Dye), che solitamente si usa per l’interno. La seconda è con pigmenti colorati, usati nella stampa digitale, con una densità e una durata maggiore di quelli con coloranti. I materiali plastici su cui stampare con base acqua pigmentati devono avere un aggrappante (o coating) per ricevere e trattenere l’inchiostro, che altrimenti scivolerebbe via.
- Solvente/Eco-solvente - Gli inchiostri a base solvente sono stati a lungo (e lo sono ancora) la scelta standard dell'industria per il mercato della grafica per esterni, grazie alla loro resistenza all'acqua, alla durata dei pigmenti all’esterno ma soprattutto per la loro capacità di aggrappare su tantissimi tipi di materiale plastico, grazie appunto alla componente solvente, che si fonde nella plastica insieme al colore.
Dai solventi più forti disponibili all’inizio, oggi nella stampa digitale si utilizzano solventi molto più leggeri (come gli Eco-solventi Roland) che hanno una notevole capacità aggrappante ma molto meno impattanti a livello di odore e componentistica, preservando la compatibilità con i materiali in commercio. - UV – Un passo avanti è stato fatto con gl’inchiostri UV, che permettono di stampare su materiali meno porosi, depositandosi sopra la loro superficie. Si chiamano UV perché induriscono (polimerizzano) istantaneamente grazie alle lampade UV integrate nella stampante. La luce UV passa sopra l’inchiostro dopo la stampa e lo polimerizza definitivamente con la superficie. Oggi l’inchiostro UV è usato in tantissimi ambiti. Avendo anche la possibilità di creare effetti lucidi o opachi, anche a rilievo, esso si è imposto anche nel packaging e nelle etichette per la creazione di prototipi e mock-up, nonché piccole produzioni. In più, polimerizzando subito, è perfetto anche nella comunicazione visiva.
In generale, tutti gl’inchiostri includono pigmenti colorati che danno appunto il colore, i leganti, che tengono assieme la componentistica e agenti di essiccazione. Ciascuno di essi si comporta e reagisce in modo diverso sulla superficie su cui viene stampato, il che significa che l'applicazione che vogliamo realizzare determinerà il tipo di inchiostro da utilizzare.
Il mercato però sta chiedendo cose nuove, che siano anche più sostenibili in particolari ambiti. Per questo è stato sviluppato l’inchiostro a resina, che ora esaminiamo nel dettaglio.
Inchiostro a Resina
L'inchiostro a resina è disponibile nell’industria della stampa da circa 12 anni.
È stato sviluppato per minimizzare l’impatto ambientale degl’inchiostri classici, ove l’ambiente e le occasioni lo richiedono. Infatti, presenta tutte le caratteristiche di qualità, saturazione, asciugatura e compatibilità dei materiali che sono propri della stampa classica ma si fregia di un impatto ambientale ridotto. Per questo ha preso piede rapidamente in molti ambiti, soprattutto nella stampa per interni.
Questo inchiostro a base acqua (e quindi privo di elementi volatili VOC) ha dei polimeri all’interno (resina è il termine per indicare il polimero) che fanno parte della componentistica ed è commercialmente conosciuto appunto come resina o latex, a seconda della formulazione.
Senza entrare in tecnicismi, l’inchiostro a resina è perfetto per la creazione di tantissime applicazioni grafiche destinate ad uffici o negozi o ambienti sensibili come ospedali, scuole e spazi pubblici.
La sua resa grafica, tuttavia, permette di utilizzare la resina anche in altri ambiti come la comunicazione visiva, wrapping, grafiche adesive e promozionali.
Conclusioni
Al giorno d’oggi, crediamo sia fondamentale per gli stampatori avere a disposizione una soluzione per qualsiasi esigenza della clientela. Questo permette di soddisfare la richiesta ma anche di evitare che il cliente vada a cercare da altre parti quello che non possiamo offrire.
La versatilità dell’inchiostro a resina permette allo stampatore di entrare in spazi nuovi, proporre prodotti più sostenibili, quando necessario, e di affiancare lo stesso alle altre tecnologie di stampa come UV ed eco-solvente.
Roland, come brand, propone tutte le soluzioni di stampa e che sono tra loro altamente compatibili e gestibili tramite un singolo software proprietario, che rende la scelta sicuramente più facile per l’operatore e aiuta la produttività e la profittabilità nel suo complesso.